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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 18 hours ago

#Lc.17,26-37

"Mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito"

Ancora una volta,
come quasi sempre quando leggo questo brano,
e' la figura di Noè,
quella che attira la mia attenzione oggi.

Ancora,
come le altre volte,
sento un richiamo,
sempre più urgente,
rivolto a me e a tutti,
a imitarlo,
mentre lo vediamo costruirsi un'arca,
con fatica e sudore.

Eccolo,
nell'intento della sua opera,
fissare un pezzo dopo l'altro,
sotto i sorrisi beffardi,
le "prese in giro",
e le umiliazioni di chi lo osserva.
Quell'arca però,
non è una costruzione come le altre.
E' simbolo della sua fede.

Il nostro caro Noè,
fece della sua fede un'arca.
Un'arca capace di mettere al riparo non solo lui,
ma anche tutta la sua famiglia,
e forse anche qualcun'altro a lui vicino.

Mentre le acque distruggevano la terra,
ecco che quell'arca scivolava su di esse,
ponendo al sicuro coloro che vi si erano rigugiati,
proteggendoli fino a quando le acque stesse,
ritirandosi,
lasciarono il posto all'asciutto.

Al tempo di Noè,
la gente mangiava,
lavorava,
prendeva moglie,
prendeva marito,
faticava e si divertiva........
Viveva come se niente fosse,
come se Dio non esistesse,
trovandosi completamente impreparata,
quando è arrivato il diluvio.

Altrettanto fa' la gente oggi.
Vive così.
L'invito che ci viene donato,
tuttavia,
e' a non trascurare le cose davvero importanti,
ma a ricercarle,
a curarle,
A scendere nelle profondità di esse.

Il mondo oggi ancora,
si comporta come se la vita terrena non dovesse finire mai,
come se Dio non esistesse.
Perseguita e sbeffeggia chi invita al ritorno a Lui,
così come accade a molti di noi.
Ci prendono per pazzi,
perché nella nostra vita abbiamo
messo mano alla costruzione di questa "arca" di fede.
Ci invita a smetterla,
perché per loro quel che stiamo facendo è ridicolo,
una perdita dì tempo.
Ci invita a divertirci,
a godere della vita a piene mani,
come se il divertimento egoistico fosse la vita stessa,
la risposta alle domande dell'esistenza.

Ma a noi,
il provare a costruire un'arca non rende tristi,
né depressi,
ma felici.
Non schiavi,
ma liberi.
E soprattutto,
ci rende preparati.
Preparati ad affrontare le varie stagioni della vita e ad andare incontro alla vita eterna,
in cui vogliamo assolutamente entrare.

Lasciamo il mondo ai suoi ragionamenti vani.
Continuiamo il nostro lavoro.
Diamoci dentro,
di chiodi,
raspa,
sega,
e martello.
Se improvvisamente il cielo azzurro dovesse diventare scuro,
non temeremo.
La tempesta non ci cogliera' di sorpresa.
Avremo un'arca che ci proteggerà.
La nostra fede sarà un rifugio sicuro.

Beato chi avrà ascoltato il consiglio di Noè,
e in questo tempo,
si sarà preparato.
Non resterà confuso nel tempo della prova.

Continuiamo a pregare per la pace🙏🏻
Che la nostrano preghiera sia un'arca che scivola sopra al mare della guerra,
e conduce sani e salvi alla terra ferma della pace.
Un abbraccio,
costruttori di "arche".
#francoballerini
#dalvangelodioggi
#rileggendoerielaborando
#14112025

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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 18 hours ago

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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 18 hours ago

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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 1 day ago

Onoriamo e preghiamo la Beatissimq Vergine del Rosario di Pompei che ogni giorno dona grazie e miracoli e soprattutto oggi, che la sua immagine scende dall’altare e passa tra i fedeli a consolare, guarire e abbracciare cuori e vite in difficoltà. watch video on watch page

35 - 0

Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 1 day ago

#Lc. 17,20-25

"Il Regno di Dio non viene in modo di attirare l'attenzione".

"Fa' più rumore un albero che cade,
che un foresta che cresce",
si usa dire qui da noi.
Ed è vero.
Questa frase del Vangelo di oggi mi ha rimandato a questo saggio detto popolare.

La stessa cosa dice Gesù in merito al Regno di Dio,
che viene senza far rumore,
quasi senza che ce ne rendiamo conto,
così come il "crescere" di una foresta,
che è lento,
silenzioso,
costante,
fino al punto che non è più possibile ignorare il fatto che essa c'è.

Oggi si punta troppo l'attenzione sull'"albero che casca".
Soprattutto se poi quest'albero corrisponde a un "uomo di Chiesa",
o comunque,
a un "uomo di Dio" o a una "donna di Dio"
si fa' presto a esprimere giudizio e condanna,
e non solo su quest'"albero caduto"
ma sulla "foresta intera".

Ma la cosa non deve stupire.
Corrisponde alla strategia del male,
che cerca di far focalizzare l'attenzione sull'"albero caduto" proprio per cercare di non far notare quanto è bella e rigogliosa la foresta.

Purtroppo,
ci saranno sempre persone che cadranno.
Fra essi potremmo anche esserci pure io e te,
ma teniamo sempre a mente che le cose non stanno come le racconta il mondo.
C'è davvero una "foresta che cresce".
Cresce nel silenzio,
senza attirare l'attenzione,
senza che questo però le impedisca di essere meno vera e meno viva.

Ci sono bravi sacerdoti e brave suore che si spendono davvero per i fratelli,
e fanno davvero molte cose buone,
pur fra mille difficoltà.
Ci sono bravi padri e madri di famiglia,
che si spendono ogni giorno,
per il bene della propria famiglia e della società.
Ci sono bravi lavoratori onesti che ogni giorno compiono il proprio dovere,
e bravi amministratori che hanno a cuore il bene della collettività.
Ci sono persone che ogni giorno scoprono di avere "Gesù nel cuore".
Iniziano la giornata facendosi il "segno della croce",
a Lui la affidano,
e a sera poi,
a Dio la riconsegnano.
Con le gioie e i dolori,
i successi e gli insuccessi.

Il Regno di Dio cresce.
Cresce in silenzio.
Cresce nei cuori.
Ogni giorno c'è un cuore che si converte.
Ogni giorno qualche anima torna a Dio.
Ma questo avviene nel silenzio.
Nessun telegiornale ne darà notizia.
E così sarà fino al giorno in cui scopriremo che siamo molti,
che siamo "una foresta",
dopo che per anni abbiamo pensato di essere in pochi,
piccoli cespugli di uno stagno.

Così sarà fino al giorno in cui Gesù tornerà.
Non sappiamo quando questo fatto avverrà,
e non ci deve interessare.
Ci deve interessare solamente
di far crescere il Regno di Dio in noi,
e intorno a noi.

Preghiamo forte.
Preghiamo perché quando Gesù tornerà,
trovi una "foresta" di figli,
pronti per il Regno.
Una foresta ben curata,
di alberi lussureggianti e secolari,
con prati di ciclamini e orchidee,
al posto di una selva disordinata e brutta, piena di rovi,
piante selvatiche,
e velenose.

Preghiamo perché quando Gesu tornerà,
trovi cuori in cui il Regno di Dio esiste già.
Fra essi speriamo ci siano anche il mio e il tuo cuore.
Preghiamo perché quando Gesù verrà non ci sia neppure un cuore in cui non si sia cominciato a costruire il Regno di Dio.
E vedendoci,
a tutti Lui dica:
"Venite Figli, benedetti del Padre mio".
Un abbraccio,
alberi belli.

Non smettiamo di pregare per la pace 🙏🏻
Anche la pace è un piccolo arbusto,
che cresce timidamente,
fino a che non diventa un albero robusto.
Non smettiamo di curarlo con la preghiera.
Perché cresca sano e forte.
Perché i suoi semi fecondino ogni cuore.
E la pace finalmente regni nel mondo intero.
#dalvangelodioggi
#francoballerini
#rileggendoerielaborando
#13112025

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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 1 day ago

STORIA DEL QUADRO DELLA MADONNA DI POMPEI...

Quando il Bartolo Longo arrivò a Pompei nel 1872, trovò la Valle e i suoi abitanti in condizioni estreme di povertà materiale ma soprattutto spirituale. Per mantenere la promessa fatta alla Vergine Maria di propagare il Rosario si preoccupa, allora, di organizzare una serie di iniziative per sensibilizzare gli abitanti della Valle ad una vita di preghiera e di fede.

Guadagnatosi l’affetto e la stima dei contadini di Valle, decise per l’ottobre 1875 di organizzare una Missione popolare che potesse segnare profondamente il cuore dei fedeli, suscitando in loro «la speranza del perdono con la devozione a Maria e segnatamente al suo Rosario». Successivamente, la chiamerà l’«Ora della Misericordia». In programma, ogni giorno, vi erano la recita del Rosario, la Santa Messa e altri momenti di preghiera.

La numerosa partecipazione di popolo alla missione e le norme liturgiche vigenti all’epoca, convinsero Bartolo ad acquistare una tela della Vergine del Santo Rosario da esporre in occasione della conclusione della missione popolare. Un quadro avrebbe permesso ai contadini di radunarsi ogni sera in chiesa per la recita del Rosario. E così il 13 novembre, vigilia della chiusura della missione, Bartolo si mette in viaggio verso Napoli alla ricerca di una tela, senza però trovarne nessuna di suo gradimento o adeguata al suo budget.

Ma la Provvidenza, «che con mano invisibile guidava le file di un avvenimento che sarebbe stato indi a poco straordinario», fece in modo di farlo incontrare con il suo padre spirituale, il domenicano padre Alberto Radente. Si dice che il caso sia la via che Dio usa quando vuole restare anonimo, e, guarda caso, p. Alberto, anni addietro, aveva donato ad una suora del Conservatorio del Rosario a Porta Medina, suor Maria Concetta De Litala, un vecchio quadro del Rosario. Bartolo, senza farselo ripetere due volte, si affrettò a raggiungere la suora per far sì che il quadro potesse arrivare in tempo a Valle, dove lo aspettavano i missionari e il popolo devoto.

Quando suor Maria Concetta gli mostrò il dipinto provò una stretta al cuore: "Era non solo una vecchia e logora tela, ma il viso della Madonna, meglio di una vergine benigna, tutta santità e grazia, parea piuttosto di un donnone ruvido e rozzo […]. Oltre alla deformità e spiacevolezza del viso, mancava pure sul capo della Vergine un palmo di tela; tutto il manto era screpolato e roso dal tempo e bucherellato dalla tignola, e per le screpolature erano distaccati qua e là brani di colore. Nulla è a dire della bruttezza degli altri personaggi. S. Domenico a destra sembrava, più che un Santo, un idiota da trivio; ed a sinistra era una Santa Rosa, con una faccia grassa, ruvida e volgare, come una contadina coronata di rose».

Insomma il quadro era proprio brutto e senza valore. Bartolo voleva quasi desistere dal prendere la tela, ma un po’ la promessa fatta ai contadini di tornare con un’immagine, un po’ l’insistenza della suora, alla fine accettò; era convinto, però, che i valpompeiani difficilmente si sarebbero disposti in preghiera dinanzi ad una così brutta immagine. A questo problema se ne aggiungeva un altro: come far arrivare il quadro a Pompei? Le sue dimensioni erano eccessive sia per le ferrovie statali sia per una carrozza.

Sta per accadere un episodio dall’alto valore simbolico che lascia già intravedere il carisma della nascente opera pompeiana e il messaggio che racchiude in sé.

Bartolo si ricordò che «uno dei capi di tutti i coloni di Valle», Angelo Tortora, era solito andare a Napoli con il suo carretto; a quell’ora probabilmente era pronto per ritornare, così lo fece chiamare e gli affidò il grande quadro. Quello che Bartolo non sapeva era che Angelo si recava spesso a Napoli per caricare il letame dalle stalle dei signori, per poi rivenderlo ai contadini che ci concimavano le campagne di Valle.

«Mentre l’Immagine era in cammino per la strada provinciale alla volta di Pompei sul carretto di Angelo Tortora, io correva alla stazione ferroviaria per precedere il suo arrivo. Ma qual fu il rincrescimento che provammo, quando giunti la sera a Valle di Pompei, sapemmo che il Tortora aveva portato il quadro, non altrimenti che allogandolo al di sopra del letame, di cui aveva già caricato il suo carro!».

In questo modo, la sera del 13 novembre 1875, su un carro di letame, faceva il suo ingresso a Valle una tela brutta e puzzolente che da lì a poco sarebbe diventata la prodigiosa immagine della Vergine del Santo Rosario di Pompei, venerata e famosa in ogni angolo del mondo.

il Quadro fu successivamente sottoposto ad urgenti restauri perché così com’era «anziché devozione ispirava terrore». Fu dapprima affidato a Guglielmo Galella, un paesaggista che lavorava negli Scavi archeologici, e poi a Federico Maldarelli, insigne pittore napoletano. Il dipinto fu reso più armonico a partire dall’aggiunta della parte mancante sulla testa della Vergine; inoltre fu sostituita Santa Rosa con Santa Caterina perché speciale protettrice di Bartolo Longo. Tuttavia, anche dopo questo radicale restauro, il volto della Madonna non era migliorato sensibilmente ma non si sapeva cosa fare. A quanto pare fu la Madonna stessa ad abbellire prodigiosamente la sua immagine! Infatti Bartolo racconta che dal giorno in cui nel 1881 il quadro fu tolto dalla chiesetta del SS.mo Salvatore e fu posto in una delle cappelle laterali del nascente Santuario, il volto della Vergine cominciò a trasformarsi, assumendo una particolare bellezza che faceva vibrare i cuori di quanti si accostavano all’effige per pregare.

Durante il Giubileo straordinario della Misericordia (8.12.2015 – 20.11.2016) indetto da Papa Francesco, Pompei è stata definita “Casa della Misericordia” e certamente questo episodio ci aiuta a comprenderne il motivo. Maria è Madre di Misericordia perché ci insegna che tutto ciò che ci portiamo dentro, anche quello che puzza di peccato o che ci rende sporchi, messo nelle mani di Dio diventa strumento per manifestare la grandezza del suo amore. Pompei è Casa di Misericordia perché nasce da un’esperienza di Misericordia vissuta in prima persona dal suo Fondatore, il Santo Bartolo Longo. Questo giovane che non era stato abbandonato da Dio nonostante avesse scelto di insorgere orgogliosamente contro di Lui, ora decide a sua volta di aiutare tutti coloro che sono immersi nelle tenebre dell’errore e dell’ingiustizia. Riesce a fare questo attraverso l’intercessione della Vergine Maria e con la preghiera del Rosario. Pompei è ancora Casa di Misericordia nell’affollata Cappella delle Confessioni del Santuario, dove si alternano circa trenta sacerdoti, e nelle Opere di Carità nelle quali, sulle orme del suo Fondatore, si continua a ridonare vita e speranza a tutti coloro che sono scartati dal mondo.

«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior» cantava Fabrizio De André in Via del Campo. Dal momento in cui quel carrettino fece il suo ingresso a Valle, sono nati i fiori più belli e la stessa Pompei, da scenario di morte e distruzione, è diventata un giardino di grazie, un bellissimo roseto in onore di Maria, Madre di Misericordia.

(Testo tratto dal libro “Beato Bartolo Longo" di Ivan Licino (Sacerdote) Alla Madonna serve un Avvocato” Ed. Shalom 2018)

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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 1 day ago

Recitiamo oggi con tanta speranza la Supplica alla Madonna di Pompei 💝 watch video on watch page

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Nel Cuore di Gesù Preghiere
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Nel Cuore di Gesù Preghiere
Posted 1 day ago

Oggi 13 novembre ricorre il grande anniversario del quadro miracoloso della Regina del Rosario di Pompei. Quando il beato Bartolo Longo lo fece condurre su un carretto e per la prima volta fu posto sul trono dell'altare... E appena fu posto ci fu il primo miracolo... chiediamo dunque a Maria in questo giorno solennissimo Regina di Pompei qualsiasi grazia, certi che saremo esauditi. Milioni di persone oggi baceranno il quadro che solennemente è stato calato giù dal l'altare.

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