Ancora caos sul tema dell'aborto in Italia. Un emendamento al decreto Pnrr, da parte di FdI, determina che le Regioni, nell'organizzare i servizi dei consultori, possano "avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità". Si farebbe sempre più concreta, dunque, la possibilità di coinvolgere associazioni "pro-vita" nei consultori femminili. 

"Un tentativo delittuoso, sarebbe come tornare alla tragica situazione che vivevamo quando vigeva il codice Rocco e l'aborto veniva considerato un omicidio", commenta Raniero La Valle che nel 1978 scrisse proprio i primi due articoli della legge 194. "Nel '76 arrivati in parlamento abbiamo deciso di scrivere una legge che risolvesse questo dramma. Aprimmo un importante dibattito tra cattolici e radicali e pensammo di dover cambiare il pensiero".

La libertà della donna è intoccabile
"Ma chi si può mettere in mezzo al rapporto tra il corpo della madre e il figlio? Nessuno, nessuno può pretendere di decidere per l'uno o per l'altra, né un prete, né un politico, né un medico. Il problema non è decidere dall'esterno che sorte deve avere il nascitura, ma quello di costruire le condizioni di libertà e dignità della donna per le quali la donna può essere veramente libera di decidere". 

La 194 non deve essere manomessa
La politica non metta bocca su una legge che ha superato tutti gli ostacoli, tutti i controlli di costituzionalità: "la legge 194 non deve essere manomessa. Farne una questione ideologica, così come sta facendo la destra, vuol dire che i consultori, che dovrebbero essere al servizio della donna, diventano delle arene di scontro tra i fautori della vita e i cosiddetti contrati alla vita".

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