25 Aprile! Liberi tutti!
Grazie alla Resistenza, Rinasce l'Italia e comincia a costruirsi, pian pian la nostra Costituzione, la democrazia.

Libere e liberi dal nazismo e dal fascismo, non bisogna mai sfumare i contorni di questo momento, ma tenere chiara l'anatra storia, il sacrificio di molti, la SCELTA verso un Paese necessario e per tutti.

Festeggiare il 25 aprile ci ricorda la scelta fatta, la visione di un futuro possibile.

Ieri, oggi e per sempre, R-esistere.

V.Ferraiuolo

Un GRAZIE a quanti hanno collaborato e reso possibile questo video: il grande progetto DONNE DI GAETA, il coro, le donne tamburo, gli organetti diretti da Daniele Nardone, le persone che hanno aderito spontaneamente.

Riprese audio-video e montaggio, Domenico De Luca (Tamburo Rosso SMAP).

Testo di Alessandro Izzi, che lo ha liberamente estrapolato da UNA DIVISA di A. Izzi ( Chipiuneart edizioni).

Voce narrante: Valentina Ferraiuolo

Una produzione TAMBURO ROSSO SMAP

Il Testo

"Ragazzini, per lo più.
Comunque, non soldati.
Erano saliti in collina perché odiavano il fascismo,
perché sentivano che era giusto ribellarsi,
dopo l’armistizio,
contro un’Italia che non c’era più,
se mai pure c’era stata.
Per molti di loro non più di un’avventura,
il poter essere protagonisti
per una volta
e non semplici comparse
per le parate del regime.
Con la stessa fanciullezza dei bambini
hanno preso in mano un fucile
e sono saliti in collina.
Erano gente come te e come me.
Con le loro debolezze e i loro errori.
Non erano santi.
Erano usciti da un’Italia che gridava
“ognuno al posto suo”
e sono entrati in bande
dove era facile perdere la bussola.
E tra loro c’è anche chi l’ha persa.
Ma loro erano loro, tu sei tu e io sono io.
E cosa posso fare io?
Io sono solo un’attrice e una cantante;
non ho fatto altro in tutta la mia vita che questo:
recitare una parte scritta da altri.
Ma si può continuare
quando la parte scritta
è morte e sopruso per chi è semplicemente altro?
Si può continuare quando si calpesta
ogni principio di giustizia?
Soprattutto adesso che le camicie nere
sono appese negli armadi,
soprattutto adesso che in tanti l’hanno tolta
facendo finta che il fascismo sia stato solo un brutto sogno
perché, in fondo, gli italiani sono sempre stati niente più che...
brava gente,
soprattutto adesso conta solo il coraggio della scelta.
Chi ha ragione e chi ha torto?
Dove c’è morte,
lì deve essere il torto.
Di là, di là c’è la vita, spero.
E la speranza è un buon motivo per continuare ad andare,
per continuare a cantare…"

Liberamente estrapolato da Una divisa di Alessandro Izzi (Chipiùneart edizioni)