10 citazioni sulla felicità di scrittori latini
Questo video esplora il tema della felicità attraverso le parole dei più grandi scrittori latini. In particolare, sono presentate 10 citazioni selezionate tra gli scritti di Cicerone, Giovenale, Quintiliano, Seneca e Siro.
Ognuna di queste citazioni offre un punto di vista unico sulla felicità; esistevano infatti visioni diverse a seconda delle scuole filosofiche.
Secondo gli stoici, tra i quali figura Seneca, la chiave per raggiungere la felicità, la pace interiore e la saggezza è la ragione (“logos”).
Lo stoicismo fu fondato ad Atene nel III sec. a.C. da Zenone di Cizio e la sua storia è stata raccolta in tre grandi periodi: lo stoicismo antico, o “antica stoa”, tra il III e il II secolo a.C.; lo stoicismo medio, o “media stoa”, tra il II e il I secolo a.C.; lo stoicismo tardo, o “nuova/ultima stoa”, tra il I e il III secolo d.C.
Gli stoici invitavano a una vita virtuosa, alla moderazione, a controllare le proprie emozioni e le proprie passioni e ad accettare il proprio destino, inclusa la morte, in quanto espressione di un ordine razionale del mondo in cui tutto, anche il male, ha una giustificazione.
Alla base dello stoicismo c’era il concetto di “vivere secondo ragione” ed era dunque necessario capire e accettare l’ordine razionale del mondo. Il principale ostacolo era individuato nelle passioni, che impediscono di restare razionali e andavano dunque respinte. Solo con l’apatia, cioè con l’assenza di passione, si poteva restare fermi di fronte a qualsiasi evento.
Il termine stoicismo è oggi usato, in senso figurato, per indicare un’impassibilità nell’affrontare i dolori e più in generale le avversità della vita.
Secondo Cicerone, soltanto l'uomo sapiente è sempre felice, ed è felice perché lo segue la ragione, che si fonda sulla virtù. “Nessuno può essere felice senza la virtù”, affermava infatti Cicerone nell’opera in tre libri “De natura deorum” (Sulla natura degli dei), come si legge e si ascolta nella citazione inclusa in questo video.
Sul tema della felicità Cicerone si espresse anche nelle “Tusculanae disputationes” (Le discussioni, o conversazioni, tusculane), in particolare nel quinto libro di quest’opera in 5 libri di dialoghi, che immagina svolti nella villa dello scrittore a Tuscolo, nella zona dei Castelli romani, con il coinvolgimento di un Auditor e di un Magister.
Cicerone, per quanto finora detto, sembrerebbe vicino alla posizione degli stoici e alla filosofia dello stoicismo, ma in realtà secondo Cicerone per il raggiungimento della felicità non basta la virtù: sono importanti anche altri beni, tra i quali la salute e il senno. Si esprime su questo in particolare nell’opera “De finibus bonorum et malorum” (Sul sommo bene e sul sommo male), pure in 5 libri di dialoghi, che immagina svolti a Cuma, a Tuscolo e ad Atene tra interlocutori diversi.
Nel primo dialogo, raccolto nel primo e nel secondo libro, gli interlocutori sono Lucio Manlio Torquato e Gaio Valerio Triario, che sostengono la dottrina epicurea secondo la quale il sommo bene è nel piacere. Cicerone non è d’accordo, perché se il sommo bene non coincidesse con la ragione, sarebbe possibile il caso di un saggio infelice, che lui esclude: secondo Cicerone, infatti, come già detto, l’uomo sapiente è sempre felice.
Nel secondo dialogo, raccolto nel terzo e nel quarto libro, l’interlocutore è Marco Porcio Catone detto l'Uticense, che si fa portavoce della concezione stoica secondo la quale la felicità consiste nella virtù conforme alla ragione. Cicerone critica anche questa visione, perché non tiene conto del dovere, e rischia di giustificare azioni solo percepite come oneste.
Nel terzo dialogo, raccolto nel quinto libro, l’interlocutore è Pupio Pisone Calpurniano, che espone la concezione dei peripatetici, i seguaci di Aristotele, secondo la quale il sommo bene si raggiunge grazie alla salute del corpo e alla perfezione dell’anima. Proprio questa concezione risulta più vicina al pensiero di Cicerone.
Attraverso questo video potrai trovare consigli preziosi su come trovare la gioia e la serenità nella vita o essere motivato a ricercare e a scoprire il segreto della vera felicità.
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@graziellascalas9550
1 year ago
È vero tutto consiste nel seguire la felicità con amore di se stessi senza stravolgere la felicità altrui la dobbiamo conquistare con la capacità del nostro pensiero ❤️🙏
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