@PlutoTopolino

2 months ago

Perché non è possibile seperare il piano giudiziario da quello politico? Per varie ragioni.
L'atto amministrativo con il quale venne bloccata Open arms discendeva dai decreti sicurezza, frutto di una scelta politica. O si impugnavano i decreti, posto che ve ne fosse la possibilità, oppure era ovvio che si finisse sullo scivoloso piano dei processi ad personam.
Di più: Conte, che come Presidente del Consiglio non fermò Salvini (per evitare una crisi di governo e quindi di perdere la cadrega), non è stato chiamato per concorso nell'ipotetico reato di sequestro di persona o di rifiuto d'atti d'ufficio. Neppure Toninelli, ministro dei trasporti distratto dal traffico del traforo del Brennero.
Vieppiù che la Lamorgese, nuovo ministro degli interni, poco tempo dopo, in un governo appoggiato dai CinqueStelle (con ben il 34% dei seggi in Parlamento), ha fermato di nuovo parecchie imbarcazioni, alcune per parecchi giorni, senza che nessuno avvertisse la necessità di indagarla per verificare semplicemente se vi fossero differenze o analogie rispetto al caso Open Arms. E dire che esiste l'obbligatorietà dell'azione penale. Né Toninelli né Conte sbraitarono contro la disumanità di una simile procedura. Non ricordo neppure Sommi invocare un processo per la Lamorgese.
Ecco perché il processo a Salvini nasce monco e dà ragione a chi nutre parecchi sospetti sulle sue finalità.
Se poi si legge la corrispondenza intercettata tra Auriemma (pubblico ministero) e Palamara, presidente, all'epoca del blocco di Open Arms, dell'Associazione Nazionale Magistrati, si comprende che c'era un piano tra magistrati per fermare Salvini, che avesse torto oppure no.

3 |