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Genre: Music
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Uploaded At Nov 2, 2024 ^^
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RYD date created : 2024-11-03T12:27:22.048068Z
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Chissá, se nel contesto immaginativo che descrivi tu, ci fosse uno stormo di rondini in lontananza che spiccano il volo, allora (forse) lo sweep andrebbe pure bene, con poco drive, molto reverbero con segnale wet alto e dry molto piú basso (per evocare la lontananza). Però andrebbe provato per essere sicuri se funziona 😊
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In realtà è l'opposto. Se pensi alle note, ai suoni, e non alle tecniche nè al livello di difficoltà, le note suonate in velocità sono spesso più "naturali".
Se nel paesaggio naturalistico di cui parli ti soffermi a guardare un colibrì o due passerotti che giocano fra loro o il volo di un calabrone le note veloci sembrano essere la scelta migliore per descrivere tali scenari.
Il problema è che per descrivere la scena devi suonare qualcosa di molto veloce e farlo suonare molto facile, com'è facile per quei volatili battere le ali a quel ritmo. Quindi veloce ma facile e leggero.
Se pensiamo al volo del calabrone suonato da un bravo chitarrista sentiamo, come dici tu, "mitragliate" di note. Staccate, dure, pesanti. Se invece lo ascoltiamo suonato da un bravo pianista, concertista classico, sentiremo notine velocissime e leggerissime.
Se ascoltiamo Tommy Emmanuel con uno dei suoni velocissimi arpeggi intrecciati di note ed armonici, sentiamo note velocissime ma leggere, che potrebbero descrivere lo zampillare dell'acqua di una cascatella.
Il problema non è quanto veloci siano le note ma quanto riusciamo a farle suonare "leggere", fluide, facili.
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La tecnica è fondamentale, basta seguire uno qualunque dei tuoi video, entrando nello specifico, purtroppo troppe volte viene usata per riempire vuoti compositivi, tipo "film senza trama ma pieni di effetti". È piu difficile comporre "Sleepwalk" o suonare un brano con 64simi a nastro? Credo sia piu abbordabile il secondo caso...
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Continuo a pensare che sia sbagliato il modo di porre la questione.
La sera, voglio rilassarmi leggendo un romanzo. Sul comodino trovo l'Ulisse di Joyce, inizio a leggere e dopo 20 pagine chiudo più stanco e confuso di quando ho iniziato. Eppure il flusso di coscienza usato da Joyce è considerato una pietra militare nella genesi della letteratura moderna. Dunque il problema è suo che non mette la punteggiatura o mio, che magari non dovevo approcciare quel tipo di scrittura senza consapevolezza?
Ma sono potrebbero essere tanti gli esempi.
Certo che, se io scrivo un romanzo sbagliando la punteggiatura o mettendola a caso e poi lo spaccio per flusso di coscienza.....beh sono pistola io.
Nella musica è uguale. Se il mio gusto personale è lontano da un certo tipo di linguaggio, o mi faccio violenza per "studiare" qualcosa che non conosco(e magari scoprire che potrebbe piacermi) oppure meglio lasciar perdere.
Non c'entra il numero di note, ma il contesto in cui vengono inserite, secondo me.
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Parto da un punto di vista personale. La tecnica musicale sulla chitarra è così infinita come le chitarre che vengono prodotte, brutte e belle, buone e ciofeche. Più sai suonare , più sviluppi capacità e abilità più ti da l'opportunità di ampliare il tuo vocabolario chitarristico. Ma dalle mani devono partire i tendini e muscoli per suonare quelle corde che esprimono i tuoi sentimenti e le tue emozioni. Quelli non sono nelle mani, non nei muscoli ma nel tuo cervello ma prima ancora dal tuo cuore..
Meglio avere più cuore che cervello per dire.. quando si suona. Per esempio, io amo il grande Andy Timmons, che nonostante sia un virtuoso se vuole, ma quando senti la sua chitarra senti i suoi sentimenti non la sua velocità..
Scusate lo sfogo..
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@stefanospagnulo1210
3 weeks ago
La musica è fautrice di emozioni che diverranno energie positive o negative. Tanto tempo fa ascoltando sempre metal pensavo che la tecnica fosse tutto mentre poi affacciandomi al blues e al rock ho capito che l'arte è una maniera per esprimersi, ognuno ha il suo, la tecnica solo un mezzo. Come tale W chi con una sola nota trasmette un sentimento e un pensiero da cui trae la migliore ispirazione per ripartire dopo un ascolto.
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