Quando salta il coperchio di dieci anni di canzoni ingoiate, rinchiuse nei cassetti, cresciute in cattività, il rilascio assomiglia ad un allunaggio fragoroso e scomposto.
GLI INCUBI DI FREUD sussurrano/ululano un risveglio brusco dalle paure più ancestrali del suo creatore, che saprà trascinarvi tra frenesia e compostezza, tra regalità e menefreghismo, in buon rock alternativo italiano.
Ora è presto per rivelare tutti i volti, le mani, i cervelli, i cuori, impegnati in questo ambizioso progetto musicale.
Per ora vi basti sapere che Joshua, finalmente, si è destato.