L'ennesimo collettivo di artisti che odia i collettivi di artisti.
Era il 2003 quando Dade e Paolo, sul balcone di una casa che affaccia sui giardini reali di
Torino, fumando rispettivamente una camel lights e un Montecristo, guardavano sgomenti la
polizia in antisommossa sgomberare il Fenix (chi conosce la realtà underground torinese non
può non ricordarselo). Tutto cominciò li.
"Ci rimane solo l'arte per protestare. Un covo di creativi, disadattati, perdigiorno. E' cosi che
cambieremo le cose. Si chiamerà INRI: Istinti Non Ritenuti Idonei ".
Ecco, INRI nacquè lì, alla fine di quella sigaretta e di quel Montecristo.
Purtroppo morì la settimana seguente.
La vita ti mette alle strette, e purtroppo l'affitto non si paga nè con i quadri, nè con le canzoni.
Rimaserò però un pugno di t-shirt nere, con la scritta INRI stampata in bianco. Ora sono
passati 8 anni, e INRI è risorta, e stavolta non è solo più una scritta su una maglietta.